Ci eravamo lasciati con la frase “Appena lo avrò letto ve ne parlerò” intendendo il romanzo Judas Unchained, di Peter F. Hamilton.
Tutto questo dopo aver seguito le avventure di una space opera che il doppio romanzo Pandora ci aveva regalato per interessamento di Mondadori con due Urania Jumbo.
Come abbiamo spiegato nel nostro articolo, Pandora è un unico romanzo che la redazione di Urania ha diviso in due, perché l’insieme raggiunge l’astronomica quota di 1300, o più pagine.
Questo Judas, invece, è di appena 1246 pagine!
L’autore è sempre Peter F. Hamilton, scozzese e ingiustamente poco noto. Almeno nella mia cerchia di conoscenze.
Ho deciso di parlare di Judas in due volte: dato che, al momento, gli impegni non mi permettono una lettura continua di questa poderosa saga, io sono arrivato appena a metà. Per cui comincerò a parlarvi di metà Judas Unchained.
Tuttavia, un breve riassunto di Pandora è disponibile nel nostro primo intervento. Chi non l’avesse letto dovrebbe darci un’occhiata, se non altro per meglio capire elementi come i wormhole, il metodo di trasporto utilizzato in questa Galassia e come sia possibile che la popolazione possa essere ringiovanita
Questa è comunque la quarta di copertina della versione originale in inglese di Pandora, qui presentata in un unico libro.
L’anno è il 2380. L’Intersolar Commonwealth è una sfera di stelle che comprende più di seicento mondi interconnessi da una rete di “tunnel” di trasporto noti come wormhole. Ai confini più remoti del Commonwealth, l’astronomo Dudley Bose osserva l’impossibile: a oltre mille anni luce, una stella… scompare.
Poiché la posizione è troppo lontana per essere raggiunta tramite wormhole, viene inviata la Second Chance, un’astronave più veloce della luce al comando di Wilson Kime, un ex pilota della NASA ringiovanito cinque volte, per scoprire cosa sia accaduto e se rappresenti una minaccia.
A ostacolare la missione ci sono i Guardiani del sé, guidati da Bradley Johansson. Poco dopo l’inizio del viaggio, Kime sospetta che nell’equipaggio della Second Chance ci sia un infiltrato. Ma presto avrà altre preoccupazioni. A metà strada attraverso la galassia, qualcosa di veramente incredibile lo attende: una scoperta letale il cui rilascio minaccia di distruggere il Commonwealth… e l’umanità stessa.
Questa minaccia è praticamente l’unico argomento di quello che per noi è il secondo libro.
Si scoprirà che il motivo per cui la stella e i suoi pianeti erano stati nascosti da un imprendibile scudo di natura ignota non è affatto quello immaginato da Dyson, il quale credeva che potesse essere stato eretto per proteggere l’energia stellare senza farla disperdere nello spazio. In realtà noi sapremo che il motivo era per difendere il resto dell’Universo.
Ma, tra i tantissimi personaggi di Pandora, c’è anche un genio, Ozzie Fernandez Isaacs, il quale assieme a Nigel Sheldon ha inventato la tecnologia di trasporto tramite Wormhole: i due sono co-proprietari dell’azienda CST (Compression Space Transport). Sono ricchissimi. Ozzie è anche assetato di avventura.
Ozzie, quindi, non ce la fa ad aspettare che l’astronave Second Chance arrivi alla stella di Dyson per svelare il mistero ed è convinto che esista una razza aliena che potrà sapere cosa si nasconde dietro alla stella nascosta: i Silfen.
Si tratta di una razza umanoide, ma decisamente inumana: pare impossibile parlare con loro, sia per il linguaggio che usano a base di gorgheggi difficilmente imitabili, sia per il fatto che, se pur riesci a farti capire, loro non rispondono mai.
Ozzie, tuttavia, è sicuro che potranno aiutarlo a capire cosa si nasconda dietro il sistema planetario protetto da uno scudo inviolabile e si avvia in un’avventura del tutto parallela a quella di tutti gli altri personaggi, senza più poter sapere, da quel momento, ciò che è effettivamente successo alla Second Chance.
E qui ci troviamo dunque all’inizio di Judas Unchained: abbiamo una pletora di personaggi che qualche volta sono difficili da seguire. Eppure, la curiosità del lettore non permette di mollare. Come nel caso di Pandora, ogni capitolo occupa dalle 50 alle 100 e più pagine, trasformandosi così, di fatto, in una sorta di romanzo breve.
Troviamo la inflessibile Paula Myo investigatrice capo, dipartimento Crimini gravi intersolari, Adam Elvin ex radicale, quartiermastro dei Guardiani del Sé, l’High Angel un’astronave aliena senziente, Mellanie Rescorai reporter, bella in maniera irresistibile, che ottiene le notizie prostituendosi ai potenti e i soldi interpretando popolari spettacoli pornografici, il che è del tutto normale in questo universo.
Come abbiamo detto Ozzie e il suo gruppetto fanno storia a sé, anche se aspettiamo con certezza una riunione alla trama centrale, un po’ altre al punto in cui siamo al momento arrivati a leggere.
Ciò che per ora è certo è che l’abbattimento dello scudo di protezione della prima stella di Dyson è avvenuto in modo che nessuno ha capito. Ciò che è spuntato fuori dopo la caduta dello schermo protettivo è talmente tragico da risultare quasi definitivamente distruttivo per il cosiddetto Commonwealth Intersolare.
Paula Myo al momento è pienamente convinta che dietro a questi guai e a queste terribili conseguenze ci sia il misterioso alieno detto Starflyer, a suo tempo naufragato con la navetta aliena Mary Celeste sul pianeta Far Away. Il che è la stessa cosa di cui sono convinti i Guardiani del Sé.
Ventitré pianeti sono stati attaccati e distrutti almeno dal punto di vista di vivibilità, da una minaccia incredibile e del tutto inattesa. Una squadra di assassini è stata risvegliata dal suo sonno-prigione e mandata su uno di questi pianeti per il loro istinto da killer: riusciranno a fare qualcosa?
L’Entità colpevole di questo immenso e apparentemente irrecuperabile disastro è al momento più che convinta di aver non solo vinto, ma di poter abbattere con grande facilità l’intero universo.
Nel momento in cui siamo arrivati con questo mio breve rapporto, apprendiamo, proprio poche righe fa, di Illuminatus, un nuovo (per noi) pianeta in cui possiedono una tecnica ricostruttiva dell’intero organismo: una persona esce dalle loro vasche di duplicazione con un DNA totalmente cambiato. Le stesse idee, lo stesso cervello, ma un aspetto del tutto diverso.
È un pianeta strano:
In quel giorno di duecento anni fa quando la divisione esplorativa della CST ha aperto il wormhole su Illuminatus, la vista che si è materializzata ha lasciato l’intero Centro Operazioni senza parole. Credettero di essersi imbattuti in una civiltà tecnologicamente molto avanzata, perché l’impressione era che avessero urbanizzato ogni singolo chilometro quadrato di terreno.
All’apertura del wormhole, il pianeta sospeso nello spazio buio mostrava il suo lato in ombra e ogni continente brillava da costa a costa di un colore acquamarina luminoso, dolcemente scintillando in lunghe onde, mentre sottili nubi fluttuavano sulla terra. Solo le montagne e le calotte polari erano prive di luce. […] Poi iniziarono ad arrivare i dati completi dei sensori, fornendo un’analisi provvisoria: la luce non aveva origine tecnologica. Era puramente biologica.
[… nella città ] ovunque si posasse lo sguardo, c’erano grattacieli: torri di cemento, metallo, materiali compositi e vetro che creavano un paesaggio gotico di pinnacoli affilati, emergenti dalla più oscura conurbazione di edifici bassi. La maggior parte raggiungeva il chilometro di altezza, mentre i grattacieli più recenti si spingevano ancora più in alto nella foschia.
La Kinoki Tower, per ora solo una massiccia e slanciata piramide di impalcature sulla riva orientale del fiume, avrebbe raggiunto i tre chilometri una volta completata. Quasi ogni grattacielo aveva un dirigibile attraccato; quelli più alti ne ospitavano diversi a varie altezze. Tutti i velivoli erano imponenti, lunghi oltre duecento metri, con ponti di osservazione che correvano lungo la loro parte inferiore.
La prossima volta cosa succederà a Ozzi? E alla bellissima Mellanie? Che aspetto avrà, se pur ne avrà, l’enigmatico Straflyer?
Il resto alla fine della mia lettura.
L’immagine di copertina è realizzata con intelligenza artificiale Adobe.
nato nel 1944, non ha tempo di sentire i brividi degli ultimi fuochi della grande guerra. Ma di lì a poco, all'età di otto anni sarà "La Guerra dei Mondi" di Byron Haskin che nel 1953 lo conquisterà per sempre alla fantascienza. Subito dopo e fino a oggi, ha scritto il romanzo "Nuove Vie per le Indie" e moltissimi racconti.